a cinquantanni senza lavoro: come uscire da una crisi personale e famigliare che colpisce tanti italiani
Mi ha fatto un certo effetto leggere una statistica recente Istat che elencava tra le fasce di età compresa tra i 39 e i 55 anni come una di quelle maggiormente in difficoltà per il lavoro.
In pratica ben 1.100.000 ” cinquantenni” si trovano in difficoltà economica, non avendo un lavoro.
Immaginate cosa possa significare perdere il lavoro e non riuscire a trovarlo a cinquantanni.
Non è la stessa cosa perdere i lavoro a 25 anni o non trovarlo a 20 anni.
Quando ci si avvicina ai 50 anni o si superano le prospettive di vita cambiano, così come le preoccupazioni sul futuro aumentano.
Si tratta di una fascia di persone, uomini e donne, che presumibilmente hanno famiglia e spesso figli da sostenere.
Perdere il lavoro a questa età può essere devastante sotto più punti di vista: personalmente, a livello psicologico, ma anche come famiglia che rischia di disgregarsi di fronte a difficoltà economiche così rilevanti.
Come mandare avanti la famiglia, pagare le spese, il mutuo, le bollette, la scuola dei figli…
Su cui fare affidamento? A chi chiedere aiuto?
Purtroppo il sostegno a questa fascia di età a livello istituzionale è scarso se non del tutto assente.
Chi assume un cinquantenne disoccupato? E più facile che ci siano politiche statali che concedono sgravi fiscali per l’ assunzione di giovani sotto i 30 anni, ma ai quarantenni, cinquantenni, sessantenni senza lavoro che ci pensa?
Un numero enorme di senza lavoro appartenente a questa fascia di età di non più giovani e ancora non vecchi, viene sostenuta dai genitori, questi si anziani e vecchi.
Sono i nonni che aiutano i propri figli e mantenere i nipoti, se ne hanno la possibilità.
Ma non tutti i senza lavoro hanno la “fortuna” di avere ancora i genitori o famigliari che possono in qualche modo aiutarli ad andare avanti.
E non tutti hanno il “coraggio” di chiedere aiuto e di dichiarare il proprio “fallimento”.
Ma come uscire da questa situazione drammatica per così tante persone? più di 1 milione di disoccupati solo in questa fascia di età, vuol dire che 3-4 milioni di persone sono coinvolte in questa drammatica situazione: mogli, mariti e figli che improvvisamente si trovano in una situazione di estremo disagio che si ripercuote in tutti gli aspetti della vita quotidiana di genitori e figli.
Ma come uscire da una situazione del genere? a chi chiedere aiuto?
Non tutti i cinquantenni accettano che nella vita possano esserci dei momenti di grave crisi lavorativa; non tutti accettano di chiedere aiuto; in pochissimi contemplano il fallimento, pur essendoci immersi fino al collo. Il “fallimento” è semplicemente un tentativo mal riuscito. Se non riusciamo a capire questo, la vita assumerà sempre un significato negativo.
Ho fallito nel lavoro, ho fallito, nel matrimonio, ho fallito con i figli, ho fallito nell’ amore, ho fallito nelle amicizie….
La vita rischia in questo modo di trasformarsi in qualcosa di tremendo, piena di rimorsi e di colpe e priva di qualsiasi capacità di ripresa.
Thomas Edison diceva “Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato. E poi ha raggiunto i grandi risultati che tutti consociamo.
Tutti coloro che hanno fatto grandi cose nella vita sono passati attraverso centinaia di fallimenti. Hanno però perseverato nella ricerca del modo di raggiungere il loro Sogno.
Fallire vuol dire tentare e non raggiungere l’ obiettivo che ci eravamo dati. Ma l’ Obiettivo rimane sempre a disposizione; dobbiamo solo aggiustare la mira e provare e riprovare fino a quando non lo raggiungiamo. E una volta raggiunto spostare l’ asticella più in alto e andare avanti con altri obiettivi, altri tentativi, altri “fallimenti” e altri risultati raggiunti.
Man mano mettere da parte le nostre conquiste, dando loro l’ importanza che meritano. Questo non vuol dire cercare sempre l’ impossibile.
E’ importante nella vita iniziare con l’ apprezzare quello che ci viene donato e che spesso nemmeno siamo in grado di cogliere.
Tutto questo nella vita e nel lavoro, nell’ Amore e nell’ Amicizia, nel Creato… in tutto ciò che realmente merita la nostra attenzione e tutto il nostro impegno.
La vita non può essere qualcosa di statico. Un tentativo e basta. Seguo il percorso che mi hanno insegnato da bambino e se qualcosa va male mi adeguo a quello che non sono riuscito a raggiungere. Mi piango addosso e mi fermo esattamente in quella posizione che la società e io stesso chiamo fallimento, con il significato più negativo del termine.
La vita è invece continua ricerca di qualcosa che riesca a meravigliarci, di qualcosa che riesca a stupirci e a rallegrare il cuore e l’ Anima.
E questo è uno stato d’ animo che ci consente di andare avanti nonostante i tanti ostacoli. Nonostante i fallimenti, nonostante le sconfitte, nonostante la malattia, la perdita del lavoro…
Se non troviamo aiuto negli altri, ( in fondo sono uomini come noi, con le stesse problematiche e criticità) cerchiamo aiuto in qualcosa di più grande.
La mia ricetta a riguardo la conoscete; io nei momenti di difficoltà ho sempre trovato conforto e liberazione nella preghiera ( ne ho parlato in altri articoli e altri ancora li dedicherò alla mia Fede)
Se però, anche tu fai parte delle tante persone che non hanno la fortuna e la Grazia di credere, perchè magari anche in questo “campo” così importante non hai mai realmente “cercato” e approfondito, allora devi comunque trovare la via di uscita.
Il pericolo in questi casi è di ammalarsi, psicologicamente e fisicamente.
La malattia può diventare la tua “scusa” più grande. La depressione può impadronirsi delle tue giornate, privandoti di ogni energia per cercare di ribaltare un momento così complicato ( perchè lo percepisci tale e tale diventerà per te). Ti senti malato e lo diventi realmente e in quella situazione hai la scusa per non far nulla.
Smetti di cercare lavoro, smetti di seguire i tuoi figli, smetti di Amare gli altri e te stesso.
Allora si che diventa complicato uscirne. Diventi dipendente della tua stessa depressione, fasulla nella fase iniziale, e sempre più reale se portata avanti per più tempo.
arrivi ad augurarti di star male anche fisicamente per liberarti della preoccupazione di dover trovare la soluzione ai tuoi problemi.
Posso solo dirti che se sei in questa situazione hai imboccato la strada sbagliata.
Fortunatamente si può sempre cambiare ma ci vuole un po di buona volontà da parte tua.
“Il fallimento deve essere il nostro insegnante, non il nostro becchino. Il fallimento è ritardo, non sconfitta. È un intoppo temporaneo, non un vicolo cieco. Il fallimento è qualcosa che possiamo evitare solo non dicendo nulla, non facendo nulla, non essendo nulla.” John Maxwell
Ora torniamo al mondo reale, quello da cui chi si trova in difficoltà cerca di scappare.
E’ vero che trovare lavoro a cinquantanni non è semplice. Dipende molto dal fatto che si considera lavoro solo quello da dipendente.
In Italia abbiamo la mentalità del posto fisso perchè da sempre era considerato il posto sicuro.
Pochi soldi ma ogni mese.
Se più di 1 milione di quarantenni e cinquantenni si trovano senza lavoro è perchè quel posto fisso che ritenevano sicuro lo hanno perduto.
Oggi il lavoro sicuro non esiste più: E’ quasi impossibile come succedeva per le generazioni passate, che uno lavoro per tutta la vita per la stessa azienda.
A parte lo Stato, ( chissà per quanto ancora! ) tutto il resto è estremamente volubile. Ed è bene che a questo nuovo mondo del lavoro ci si abitui velocemente.
Perdere il lavoro sarà una delle “avversità” che più di ogni altra diventerà probabile nei prossimi anni.
Dobbiamo abituarci velocemente a qualcosa che è ormai realtà che in molti stanno già sperimentando.
Allora prepariamoci a “cambiare”. Attrezziamoci alla flessibilità. Acquisiamo competenze per i nuovi lavori.
Quello che in tanti non vogliono capire è che il concetto di lavoro di qualche anno fa oggi non esiste più.
Per questo non pensare che il fallito sia tu: fallito è tutto un sistema che semplicemente e naturalmente oggi è cambiato e non esiste più.
Oggi è di estrema importanza mantenere le energie fisiche e psicologiche per rimettersi in gioco.
Mai smettere di cercare il lavoro per il quale hai speso anni in formazione ma nel frattempo continua a formarti per crearti una tua nuova professione che magari segua una tua passione.
Oggi non tutto è peggiorato rispetto al passato.
Abbiamo la possibilità di acquisire nuove competenze in svariati settori e a costo zero.
Abbiamo a disposizione un mare di informazioni che possiamo apprendere per poi divulgare con una nostra nuova attività.
Se il lavoro non te lo danno, inventatelo!
A cinquantanni devi trovare una soluzione che ti permetta di “rientrare” dalla porta principale nel mondo del lavoro.
Non puoi permetterti di elemosinare un lavoretto che ti consenta appena di sopravvivere.
Lo hai sempre fatto e ora ti trovi con un pugno di mosche in mano.
Hai lavorato per 10-15 anni come dipendente per 1.300-1500 euro al mese e adesso, senza lavoro, non hai i soldi per andare avanti.
Devi creare qualcosa di tuo che ti consenta di guadagnare finalmente quello che ti meriti e di pensare al tuo futuro e a quello della tua famiglia in modo sereno e ottimista.
Puoi farlo sena grossi problemi. Devi semplicemente passare dalla fase statica in cui ti trovi a una fase dinamica dove è l’ Azione a farla da padrone.
Ricorda che se vuoi cambiare il risultato della tua vita, devi cambiare le azioni che compi per raggiungere i tuoi obiettivi.
Se continuerai a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad avere quello che hai ottenuto fino a ora.
P.S Una cosa importante è porti un’ obiettivo e fare di tutto per raggiungerlo, senza lasciarti scoraggiare dai fallimenti che potrebbero esserci; se prendi la strada sbagliata, torna indietro fino a quando non troverai quella giusta.
Fai tutto questo per te stesso, per la tua famiglia e per gli altri.
Vedrai che tutto cambierà velocemente perchè, alla fine di tutto, con l’ aiuto di Dio, puoi fare della tua vita qualcosa di veramente meraviglioso.